I “corti” che fanno sognare – di Edy Rulli

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Nella foto Fabio Nesi di Casta Diva Pictures

Gli ingredienti ci sono tutti per decretare il successo del concorso cinematografico QVC Contest dal nome intricante quanto esplicito: La ricerca del quotidiano. Mettiamo per primi due giovani brillanti autori – origine di tutto -, nei panni dei promettenti registi vincitori. Afro di Falco e Franco Montanaro rispettivamente con i cortometraggi Maria e Il nostro piccolo segreto; quindi aggiungiamo l illuminante lettura delle loro opere e la sua giusta messa a fuoco da parte di Dominic Holdaway, docente dell Università di Bologna, che ha permesso ai profani di condividere quei particolari, significati nascosti e reconditi messaggi che altrimenti sarebbero sfuggiti anche ai più attenti di loro. Nn meno importante è la piattaforma creativa per la produzione di video-filmmaker, la Zooppa che riceve per questo evento la bellezza di 16.000 visualizzazioni sul loro sito web. A pari merito ecco la QVC Italia, piattaforma multimediale di shopping e la Casta Diva Pictures, nota multinazionale della comunicazione. Il QVC Italia Contest si prefigge la realizzazione di cortometraggi che si collocano tra cinema e storytelling con lo scopo di scoprire nuovi giovani talenti, ma anche nuovi modi di raccontare il quotidiano, le storie di sempre di ciascuno di noi e ogni volta con linguaggi diversi. Da parte degli sponsor si aggiunge la volontà di sostenere progetti sociali come la lotta al tumore al seno, grazie all associazione Pink is good della Fondazione Umberto Veronesi e in questo caso si avvalgono di un importante mezzo di comunicazione rappresentato dal cinema, appunto. Ogni anno ca. 50.000 donne vengono “colpite al seno” da questo male, ma di loro ben il 98% si salva grazie alle donazioni per la ricerca. La Casta Diva Pictures ha visionato molte opere di cui 20 film scelti saranno trasmessi su canale 32 digitale terrestre durante il programma “La notte più corta” su QVC Italia, a fine febbraio.

I criteri adottati dalla giuria sono quelli dettati dalla grande competenza e passione per la settima musa e si esplica in poche parole: quando, attraverso i racconti degli autori, la visione ti fa dimenticare gli aspetti tecnici, il processo produttivo, tutti i meccanismi che stanno dietro alla realizzazione di una scena, nonché trucchi e  inganno, fiction, effetti speciali, ebbene quel film è migliore di altri e va premiato. Un po’ come nel gioco di prestigio: il trucco c è, ma nn si vede! Le immagini devono lasciarti addosso delle sensazioni come l essenza di un profumo, come un sogno svanito il cui vivido ricordo resta nella mente per giorni e giorni. Se è così, il successo è assicurato, ed è così per i nostri giovani De Falco e Montanaro scelti tra 57 candidati registi che hanno altresì realizzato i film con budget molti limitati, dei “corti” per la durata, ma lunghi per qualità e quantità di emozioni suscitate nello spettatore, grazie alla loro indiscussa capacità di narrare per mezzo delle immagini.

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7 risposte a I “corti” che fanno sognare – di Edy Rulli

  1. wwayne ha detto:

    Del tuo post mi ha colpito in particolare il punto in cui dici che il contest si pone l’obiettivo di scovare dei registi che introducano nuovi modi di raccontare il quotidiano: questo è esattamente ciò di cui ha bisogno il cinema in questo momento. Da anni ormai il 90% dei film in cartellone è costituito da remake, reboot, sequel, prequel e più in generale tutte le possibili rimasticature di roba già fatta. Gli spettatori non ne possono più, e lo puoi capire dal fatto che negli ultimi anni sono innumerevoli i remake che hanno fatto flop: Robocop, Point Break, Ghostbusters… insomma, il pubblico vuole vedere qualcosa di nuovo, non ne può più di vedersi propinare sempre le solite cose. Quando i produttori recepiranno il messaggio, sono convinto che partirà una nuova età dell’oro per Hollywood, pieno di idee nuove e film originali.
    Comunque, già adesso si colgono dei buoni segnali: in lizza per gli Oscar 2017 ci sono ben due film che mi sono piaciuti (Suicide Squad + Hell or high water), e altri 4 che mi piaceranno quasi sicuramente (La La Land, Barriere, Loving e Il diritto di contare). Insomma, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno.

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  2. edyrulli ha detto:

    Grazie wwayne del commento pertinente ed esaustivo. Raccontare il quotidiano potrebbe essere quanto di più noioso esista al mondo, e necessario quindi trovare nuove formule per poter propugnare al grande pubblico soggetti di questo tipo. Gli aspetti ripetitivi, i ritmi cadenzati , il quasi totale annullamento delle emozioni che la quotidianità della vita pone dei limiti e mette i cineasti davanti ad uns sfida. Prendere o lasciare. Ricordo tuttavia di aver assistito a degli “esperimenti” in tal senso e il risultato mi è sembrato accettabile. Ora è tardi, ma domani ti mando i link di due mie post dell anno scorso su questo cinema sperimentale che potrebbe essere quello del futuro. Se nn fosse così, quale altra alternativa abbiamo, visto tutto, detto tutto, cosa c è ancora da inventare? Bnotte

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  3. edyrulli ha detto:

    ARCHITETTURA SOCIALE di Edy Rulli

    Uno è questo e rientra nell ambito di un iniziativa ben precisa (ved. link correlato). Si tratta cmq di in film documentario come l altro di Lopresti, un genere in cui io credo e potrebbe avere un futuro. La gente si informa a mezzo questa forma di intrattenimento complementare al web e il alternativa alla carta stampata, ed è una forma più piacevole, meno stancante. Mi spiace per quei pochi quotidiani che resistono al oltranza, ma così si evolve la società e nn possiamo farci niente.

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  4. edyrulli ha detto:

    L altro è questo https://commonspeeches.wordpress.com/2016/04/19/contraffazione-made-in-italy-di-edy-rulli/
    Film di Lopresti che è attore e filmmaker (un tempo chiamati volgarmente cinematografari) e nn scrive per un giornale, ma anche lui racconta la ns. società per immagini. Tutto si può raccontare, potrei io fare un film sulla crisi isterica avuta da mia figlia, in coda per la prevendita del prossimo concerto di Vasco Rossi, quando si è accorta che prima di lei c erano ben 27.712 persone! I film che raccontano del quotidiano a mio avviso sono molto difficili e nn hanno mercato. Blettura!

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