PIU’ ETICA NEL MERCATO di Paolo Del Debbio commento di Edy Rulli

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La presentazione del libro Più etica nel mercato di Paolo Del Debbio lascia tutti gli astanti con il fiato sospeso. Chi l avrebbe mai pensato, responsabile dei nostri principali mali (dissesti finanziari, inadeguatezza nell affrontare emergenze ambientali, crescita della povertà causata dalla decrescita economica ecc.,) nn è il mercato, cittadella del male assediata a un esercito di nuovi poveri (ved. link su CAPITALESIMO), ma la politica con il potere mal gestito incapace di assolvere appieno ai compiti scritti nei testi sacri della Costituzione Italiana. L istanza etica nasce proprio per quello, per il mancato perseguimento del bene comune, compito primario della politica. E come prima cosa Del Debbio, docente allo IULM di etica ed economia che ha raccolto in questo libro tutto il materiale d insegnamento per i suoi studenti, ci rispolvera la memoria enunciando il testo dell art. 3 della Costituzione:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all organizzazione politica, economica e sociale.

Rimuovere ogni ostacolo che impedisce il buon funzionamento dello Stato Sociale con tutto ciò che comporta ovvero la realizzazione dell individuo assicurando benessere e sicurezza in ogni campo per sé e la propria famiglia. Se ciò nn viene attuato, i responsabili possono essere denunciati alla Corte Europea.

Detto questo, appare subito molto complicato uscire dal ginepraio causato dalla globalizzazione che tocca anche il nostro paese e forse di più per il fenomeno dell immigrazione selvaggia, e considerate le condizioni economiche del dopoguerra di un paese ex agricolo che fa un salto spericolato nell industrializzazione e nn si rompe l osso del collo, ma inizia a produrre un debito pubblico tra i più alti al mondo e, molto peggio, da doverne rendere conto all UE che ci bacchetta senza sosta. In una società pluralista dove c è posto per tutti, è facile smarrire il senso delle cose e quando ciò succede la colpa è del mercato asservito al capitalismo, ma nn sempre è così. Nella controversia tra diritti pubblici e diritti umani, difficile è mettere tutti d accordo anche se la  nostra Costituzione si è in gran parte ispirata alla Carta dei Diritti Umani sancita nel 1948 dopo quello che rimaneva della Umanità uscita dalla Shoah, genocidi vari, guerre mondiali e quant altro che decideva di mettere nero su bianco in fatto di diritti umani-morali-legali. Dopo 33 secoli qualcuno si sedeva a tavolino per stabilire quali fossero i diritti fondamentali e irrinunciabili dell uomo. Quelli individuali già nell ‘800 con l industrializzazione vedono la loro applicazione e nel ‘900 quelli sociali con il diritto alla salute, pensione, invalidità ecc. La sanità merita un capitolo a parte causa l inquietante numero di connazionali invalidi tra i più alti in Europa. Come conciliare il rispetto dell individuo con quello della collettività? Numerosi sono stati i tentativi della politica riformista per avvicinare le leggi alla gente e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La burocrazia continua a soffocare l economia, la tassazione resta tra le più alte (100% incidenza sul costo del lavoro), la decrescita economica, come una livella ci porta tutti verso il basso, ma ad affondare sono i poveri, mentre permette ai ricchi di restare egregiamente a galla come prima anzi più di prima. In quanto al riformismo, forse potrebbe essere la formula vincente per l Italia: tutelare la ricchezza individuale quando è solo da lavoro e nel contempo tutelare i diritti di chi  produce ricchezza. E qui si inserisce la citazione dell art. 53 della Costituzione:

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è uniformato a criteri di progressività.

L esercito di nuovi poveri stimato dagli ottimisti attorno ai 4.7 mln e ai 10 mln dai più realistici, reclama giustizia, vuole mangiare meglio per nn ammalarsi (il diabete senile è in aumento tra i pensionati anziani) che vogliono anche avere più soldi per cure dentarie, sempre molto care in Italia per nn finire i loro giorni, dopo una vita di lavoro, con una dieta a base di…omogeneizzati.  Come loro altre categorie, autonomi, esodati, disoccupati, ecc.,rivendicano il diritto legittimo al Welfare.

Accenno anche all annoso problema delle periferie delle grandi città dove vive l 80-85% della popolazione in realtà abitative a sé stanti che nulla hanno in comune con i centri-città; il loro risanamento è stato spesso cavallo di battaglia di politici nelle campagne elettorali, rimasto tuttavia una questione insoluta. L intervento del parlamentare europeo Stefano Maullu organizzatore dell incontro, ci lascia comunque sperare. Cita come esempio il grande quartiere Gallaratese nel nord-ovest cittadino in cui ha operato negli anni ’90 come Consigliere di zona, che indica come un quartiere strutturalmente migliorato e cambiato la propria identità di “quartiere dormitorio”. Condivido, ma aggiungo, il miracolo è avvenuto ad opera della privatizzazione che ha trasformato gli alloggi da popolari a privati a cui si aggiunge l implementazione di servizi e trasporti di buon livello quasi tutte riconducibili a interventi privati.

Paolo Del Debbio conduttore di Quinta Colonna, conclude la serata annunciando la prossima pubblicazione del suo libro sul tema della povertà. Tema che ci tocca un po’ tutti, ma nn in ugual misura ed è compito della buona politica se nn annullare, ridurre questo Gap. E noi ci saremo.

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LINK CORRELATI SU CAPITALESIMO: https://commonspeeches.wordpress.com/2013/08/11/capitalesimo-di-paolo-gila/

CAPITALESIMO libera interpretaz. del libro di Paolo Gila – Edy Rulli

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Una risposta a PIU’ ETICA NEL MERCATO di Paolo Del Debbio commento di Edy Rulli

  1. edyrulli ha detto:

    bruno secondosettantotto16:47
    1
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    Non mi piace …non inteso professionalmente …non mi piace perché trasmissioni come la sua buttano “benzina su fuoco ” ed i problemi in Italia rimangono sempre gli stessi ,se non peggio !!!

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